Michele Capaccioli

Una colossale discriminazione su base territoriale

Il decreto del Prefetto di Napoli ha vietato la vendita dei biglietti per la gara Napoli-Atalanta di sabato 11 marzo 2023 a tutti i residenti della Provincia di Bergamo. L’Atalanta Bergamasca Calcio ha poi presentato una richiesta di sospensione d’urgenza a tale divieto, ma questo ricorso al TAR della Campania è stato respinto, definendo tale proibizione come una misura idonea considerata la rivalità tra i tifosi delle due squadre. In tal modo, soltanto i tifosi dell’Atalanta in possesso della Dea Card e residenti al di fuori della Provincia di Bergamo potranno andare a vedere la partita in trasferta. Invece, soltanto i bergamaschi in possesso della tessera del tifoso del Napoli potranno andare a sostenere l’Atalanta. 

Premesso che mi sembra assurdo che dei tifosi bergamaschi debbano essere in possesso della tessera del tifoso di una squadra avversaria per andare a Napoli e vedere allo Stadio Maradona la partita, ritengo che il decreto del Prefetto di Napoli e la motivazione del respingimento del ricorso al TAR della Campania rappresentino una colossale discriminazione su base territoriale. In primo luogo, permettere soltanto ai tifosi atalantini non residenti nella Provincia di Bergamo e possessori della Dea Card di assistere alla partita Napoli-Atalanta crea dei sostenitori di Serie A (i non residenti nella Provincia di Bergamo) e di Serie B (i residenti nella Provincia di Bergamo).

In secondo luogo, proibire ai residenti nella Provincia di Bergamo di assistere allo stadio alla partita Napoli-Atalanta è un’enorme generalizzazione che impedisce a tutti coloro, persino a donne e bambini, che vogliono vedere una partita per pura passione, divertendosi, di andare allo stadio e tifare per la squadra del cuore. Questi due aspetti rendono, per l’appunto, colossale questa discriminazione su base territoriale, applicata senza fare distinzioni e, a mio avviso, in violazione, almeno parziale, dell’art. 45 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, art. 1: “ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri”.

Questo non significa certamente libertà di fare tutto ciò che pare, ma i tifosi dell’Atalanta, residenti in Provincia di Bergamo, sarebbero andati a Napoli per vedere la partita. Non mi sembra giusto, in virtù di quanto accaduto in passato, applicare delle misure preventive e restrittive senza distinzione, quindi indiscriminatamente. I violenti vanno sempre condannati, senza se e senza ma. Sono infatti queste le persone da seguire, intercettare e bloccare attraverso gli strumenti che la tecnologia ci offre. E se le attuali normative dovessero impedire di applicare strumenti di controllo giustificatamente invasivi, la legge va aggiornata.

 Chi si vuole vedere allo stadio la partita in santa pace non può certamente essere penalizzato a causa di chi scambia il tifo per aggressività e violenza.

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