Michele Capaccioli

Il bianco, il nero. Il nero e l’azzurro

Foto da Atalanta Story

L’Atalanta non ha sempre giocato con i colori nero azzurro. Dal 1907, anno di fondazione della Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici “Atalanta” che si aggiunse alla Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma nata nel 1878 e operante all’interno delle Mura veneziane di Città Alta e a La Giovane Orobia, fondata nel 1901, le cui attività avvenivanonella palestra del Liceo Sarpi, al 1919 i colori delle maglie sono infatti stati il bianco e il nero. 

Nel febbraio del 1920, la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici “Atalanta” e la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma si fusero, dando origine all’Atalanta e Bergamasca di Ginnastica e Scherma, nome poi snellito in Atalanta Bergamasca Calcio. L’Atalanta (bianco nera) e la Bergamasca (bianco azzurra) si accordarono per togliere il bianco e di scegliere come colori sociali il nero e l’azzurro. 

Foto da Atalanta Story

In estrema sintesi, è questa la storia dei colori che è entrata a far parte della mia identità in un modo travolgente, entusiasmante e irresistibile.

Il sito web segue questa storia con una home page per la maggiore in bianco e nero per poi spostarsi nel blog verso il nero e l’azzurro, senza lasciare a tratti il bianco e il nero, in quanto facenti parte della nostra storia e dell’identità. 

Tutto ciò è frutto di quanto mi è accaduto tra la fine del 2016 e il 2017 che, per l’appunto, ha portato ad un profondo cambiamento della mia identità per eterna gratitudine verso delle persone che fanno parte di una Comunità nella quale ho un profondo senso di appartenenza. 

Quanto accaduto tra la fine del 2016 e il 2017 mi ha richiesto un enorme resilienza, una capacità di reinventarsi e di ricominciare (restartability) perché, seppur con molti bassi, alla fine non ho voluto affogare e soprattutto uscirne sconfitto. Anche nel punto più basso c’è stato qualcosa e qualcuno, vuoi per caso o per fortuna, che mi ha fatto sentire vivo, che mi ha tenuto a galla e a cui mi sono aggrappato. La sconfitta, del tutto inaccettabile in quanto di fronte ad un’ingiustizia, avrebbe significato dover ritornare in un luogo che non mi avrebbe mai permesso quella crescita personale e professionale che avviene in Lombardia. 

Ho pertanto vissuto a Milano e successivamente in provincia del capoluogo lombardo dal settembre del 2016 ad oggi, senza alcuna discontinuità. 

La causa di forza maggiore ha prima rallentato e poi arrestato un percorso a cui ho dedicato fatica, impegno, passione, dedizione ed investimento. Stavo infatti costruendo un pianeta che si muoveva sul suo asse (una professione), attorno al quale avrebbero ruotato dei satelliti (una passione da trasformare come un’altra professione complementare ed essenziale, assieme adegli impegni sociali a favore del prossimo). Considerando anche delle situazioni molto umilianti, come il dover andare a chiedere l’elemosina alla Stazione di Milano Centrale, la lentezza, l’inefficienza e la macchinosità dell’Agenzia delle Entrate in materia di rimborsi di tasse pagate in più dal e al contribuente che mi ha fatto attendere più di 500 giorni per ricevere il mio rimborso di tasse che avevo pagato in più di € 8.000,00 ha prodotto un’alienazione, ovvero il mio allontanamento dal diventare un Coach in PNL e nel lungo periodo un pilota nel motorsport con impegni nel sociale. 

Ci sono tanti fattori che mi hanno spinto a risollevarmi.

Innanzitutto, la resilienza che ho sviluppato sin da piccolo attraverso i LEGO® DUPLO® che mi portava mio papà a casa. Siamo sempre in tempo a cominciare ad utilizzarle iLEGO®. LEGO® offre infatti un’ampia gamma di esperienze grazie ai numerosi set che consiglio a tutti. 

Questa resilienza mi ha portato ad affrontare la situazione, sviluppando ulteriormente la creatività, scavando per trovare delle soluzioni e coltivando ancora di più i rapporti umani usando principalmente un social network. 

Un avvocato di Asti mi ha assistito e mi ha guidato verso una comunità di astigiani con una profonda umanità. Fu organizzata una prima colletta per permettermi di pagare l’affitto e per non rimanere per strada a Milano. Tra questi partecipanti della colletta ci sono state due persone che, addirittura, pur non conoscendomi personalmente, mi hanno ospitato nella loro casa di Asti e mi hanno fatto partecipare ad un compleanno con altre persone e con un ex parlamentare del Movimento 5 Stelle che si era già interessato al mio caso. 

L’allora Direttore dell’Ente Bergamaschi nel Mondo di cui mi aveva già parlato l’amico Radames Bonaccorsi Ravelli, presidente del Circolo di Londra dell’EBM, che ho conosciuto durante i miei anni di permanenza nella City londinese, mi organizzò una colletta e un pacco alimentare su Bergamo. 

Quindi, due istituzioni si sono mosse da due città in cui non sono nato. 

Da altre zone dell’Italia e dall’estero mi sono arrivati ulteriori aiuti economici. 

Tutte quelle persone che mi tengo strette sono coloro che mi hanno sostenuto economicamente e che mi hanno dimostrato una profonda umanità, senza mai farmi pesare l’aiuto. 

Un altro evento che ha lasciato il segno e che quindi è stato molto significativo per me, facendomi sviluppare una mentalità imprenditoriale – mie parole – e contribuendo ad un bel upgrade della mia mentalità, è stato l’incontro privato con un tre volte campione del mondo di Formula 1 austriaco. Ho promesso di non rivelare i contenuti di quell’incontro e, soprattutto nel rispetto della persona, della sua memoria e della sua famiglia, continuerò a tener fede a questo impegno che ho preso. Il mio obiettivo non è infatti quello di divulgare, ad esempio attraverso un libro, quanto trasmessomi in poco più di un’ora ed ottenere degli scorretti vantaggi economici, ma di rimanere all’interno del campo della parola data e pertanto dei valori. Vi chiedo ​quindi di rispettare quanto ho appena scritto. 

Quello di cui avevo allora bisogno non era certamente uno psicologo, ma una persona che mi ha trasferito una forma di forza mentale. Quell’incontro organizzatomi da una persona che mi portò in Austria non ha prezzo. 

Sono qui perché ad un certo punto ho cambiato la prospettiva su come vivere l’ingiustizia da me subita: se lottassi per raccontare quello che mi è accaduto?

Se lottassi per indicare la strada al prossimo qualora si dovesse trovare in una simile situazione che minaccia la vita?
Se lottassi per questo prossimo che non sapesse da che parte cominciare e come uscirne? 

Non ho avuto dalla mia parte una legge ad hoc a causa di un vuoto normativo, ma,modificando la prospettiva, ho tirato fuori da un male un bene.

C’è una montagna che stai scalando e una vetta su cui arrivare.

Calcola il rischio durante l’arrampicata, ma non ti preoccupare se commetterai degli errori. È un processo di apprendimento e soltanto chi lotta sbaglia. 

Solamente chi avrà considerato l’intero contesto e la fatica che stai provando, capirà e rimarrà. Focalizzati su chi rimane. 

Ricordati sempre che stai lottando e l’unica ragione che ti spinge è guardare avanti: quando sarai sulla vetta, potrai respirare una piena libertà e ciò ti farà sentire più vivo.

Quando sei arrivato, ricordati sempre durante il resto del cammino di essere grato a chi ti ha aiutato e alle loro rispettive comunità di cui diverrai servitore. 

Ricorda anche che i veri amici sono quelli che rimangono al tuo fianco soprattutto in tempi di tempesta, che ti tengono per mano e che, come un faro, col mare in tempesta, ti illuminanoverso il porto. Sii eternamente grato a questi e sii anche loro guida nel bisogno, non mancando di criticarli costruttivamente quando sarà il tuo turno di illuminare il loro tragitto. 

Ricorda che Il vero amico è quello che critica costruttivamente e con buone intenzioni per aiutare l’altro a crescere e a migliorare in alcune aree. 

Ho mantenuto i contatti con Asti e la Comunità di Bergamo che mi ha aiutato. 

Ho conosciuto nuovi bergamaschi, frequentato un primo corso di dialetto in bergamasco e ne sto seguendo un secondo.

Mi sono abbonato al Giopì, organo ufficiale di stampa del Ducato di Piazza Pontida e quindicinale con articoli di cultura, arte, letteratura, poesia, teatro, folclore, dialetto, tradizioni bergamasche, attualità cittadina e provinciale. 

Ho dei vocabolari italiano – bergamasco e bergamasco – italiano. 
In quel profondo cambiamento della mia identità, sono diventato tifoso dell’Atalanta e ogni volta che vado all’Atalanta respiro pura vita. 

Sono bergamasco, astigiano, mi sento provenire anche da tutte quelle località, come San Benedetto del Tronto, Teramo, San Quirico di Sorano e non solo, da cui ho ricevuto degli aiuti. 

Sono eternamente grato a quelle persone per il grande aiuto che mi hanno dato e sarò per sempre al loro fianco. 

Buona lettura e fatemi sapere se posso fare altro per voi!

sei un bergamasco o una bergafemmina e hai un progetto sportivo e culturale da propormi? contattami.

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