Michele Capaccioli

S’i gh’à speranse, i laghe zo ‘l fagòt

Enormemente, tanto stanchi per via della partita di coppa contro lo Sporting Lisbona e a causa degli infortuni: questa è l’unica spiegazione che mi sono potuto dare di fronte alla secca sconfitta per 3 a 0 maturata a Torino nella 14esima giornata di Serie A. Insomma, non è stata una prova adrenalinica e spettacolare come avviene con il drifting nell’automobilismo.

Fortuna vuole che il turno successivo offra più di un’opportunità per buttarsi alle spalle l’amaro ko dello Stadio Olimpico contro i granata, la fatica e per reagire, trovando la concentrazione e la grinta, riprendendo a far punti pesanti in classifica.

L’impegno di campionato della 15esima giornata è quello di domani, contro il Milan, alle 18:00, al Gewiss Stadium.

È il Milan, ma lo spettacolo offerto dai noi tifosi bergamaschi con coreografie e canti che durano tutta la partita, come avviene coi supporters del Liverpool, è magia ed è straordinario. È il 12esimo uomo che è già sceso in campo e che, fatta eccezione per coloro che abbandonano lo Stadio quando la sconfitta per la Dea è vicina, accompagna l’Atalanta fino alla fine perché l’Atalanta si ama anche quando perde. È questo che rende difficoltoso, anche per una squadra sulla carta più forte di noi, giocare contro la Dea, al Gewiss Stadium.

L’Atalanta è una fede e l’amore per la Città di Bergamo è incondizionato.

Quando vado all’Atalanta e passo davanti a quella grande porta marrone che si trova al numero 18, lato Tribuna Rinascimento, la guardo e dico a me, pensando all’avversario, s’i gh’à speranse, i laghe zo ‘l fagòt, che è il dantesco “lasciate ogni speranza, voi che entrate perché giocare contro di noi non sarà mai calcisticamente facile.

Il cuore degli atalantini vibra, è decisivo e non conosce confini per la Dea.

Vi ricordate le parole di Gianluca Vialli?

Io, se dovessi giocare a Bergamo, al momento del sorteggio con la monetina non farei mai attaccare l’Atalanta nel secondo tempo sotto la sua curva. Perché loro, quando attaccano sotto la loro curva, diventano devastanti. E non può essere un caso

La stanchezza e gli infortuni rischiano di incidere nel cammino della Dea e, durante questi giorni, i Percassi hanno annunciato dei rinforzi, qualora fosse necessario.

A mio modo di vedere, l’Atalanta, oltre che di una punta, avrebbe bisogno di un centrale forte in difesa.

Un’idea potrebbe essere Radu Dragosin, del Genoa, ma anche Josip Sutalo dell’Ajax e Jhon Lucumì del Bologna.

Scopriremo presto cosa accadrà.

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