Michele Capaccioli

Forza Atalanta!

L’Atalanta è uscita sconfitta a Cagliari per 2 a 1. I rossoblù hanno saputo ribaltare lo 0-1 iniziale di Scamacca ed uscire dalla partita con 3 punti pesanti per la lotta salvezza in Serie A.

Dall’altra parte della Manica, il Liverpool ha agguantato il pareggio all’84esimo, a Manchester, contro lo United.

La conseguente opportunità di rosicchiare almeno 2 punti al Bologna, bloccato sullo 0 a 0 dal Frosinone, è persa. Non credo però che, all’improvviso, l’Atalanta si sia dimenticata di come si vincono le partite. Penso invece che il match di oggi e i cambi di Gasperini siano il frutto della gestione del gruppo in vista della prossima partita, quella contro il Liverpool, dell’11 di aprile.

Il Liverpool si trova in Europa League perché ha terminato lo scorso campionato in quinta posizione a 67 punti, preceduto da Manchester City, Arsenal, Manchester United e Newcastle rispettivamente a 89, 84, 75 e 71 punti.

Nel precedente campionato, al Liverpool è mancata la vena realizzativa di Sadio Mané, trasferitosi dal 2022 al 2023 al Bayern di Monaco.

Mentre la classifica finale dei primi 25 marcatori della stagione 2021/2022 della Premier League ha visto Mohamed Salah con 23 reti, Mané 16, Diogo Jota 15, quella del 2022/2023 è invece terminata con Salah a 19 e Roberto Firmino a 11.

Nonostante questo calo, Jurgen Klopp ha saputo ridisegnare il Liverpool al punto che, ad oggi, la classifica marcatori vede Salah a 17 reti, Núnez 11, Diogo Jota 9 e Díaz 8.

Questo è stato possibile con l’inserimento a centrocampo di figure chiave rappresentate da Dominik Szoboszlai, 22enne acquistato dal Lipsia per 70 milioni di Euro, Alexis Mac Allister, 24enne proveniente dal Brighton per 42 milioni di Euro, Ryan Gravenberch, 21enne acquisito dal Bayern di Monaco per 40 milioni di Euro e Wataru Endo, 30enne, dallo Stoccarda per 20 milioni di Euro.

Le novità a centrocampo sono state ben integrate con il resto della squadra e, in particolar modo, con la difesa. C’è infatti un terzino destro del Liverpool, tipicamente Alexander Arnold, adesso infortunato, che viene fatto salire a centrocampo non solo come supporto al centrocampista difensivo Wataru Endo, e a quelli centrali Curtis Jones e Dominik Szoboszlai, ma anche per costruire un meccanismo che si allunga e si accorcia in base alle necessità e che offre la possibilità a Jones e Szoboszlai di avanzare verso gli attaccanti Díaz, Salah e Núnez. In questo modo, è più facile che l’avversario, pressato, commetta l’errore di restringersi, lasciando degli spazi laterali. Di conseguenza, l’ala destra o l’ala sinistra, quindi Mohamed Salah o Luis Díaz, è addirittura libera di indietreggiare anche quando viene effettuato un passaggio dal centrale della difesa, spostatosi verso il centrocampo, che può essere Matip, Quansah, Gomez o van Dijk. Credo che questo sistema sia stato riportato anche in Italia perché mi sembra di averlo visto applicato in alcune partite della Serie A Femminile.

Il ricevimento da parte dell’ala destra o di quella sinistra del pallone, attira i marcatori della squadra avversaria, soprattutto quelli a centrocampo, aprendo la possibilità al terzino destro o sinistro, salito a centrocampo, di smarcarsi, ricevere il pallone, passarlo a Curtis Jones o Dominik Szoboszlai oppure a qualsiasi altro giocatore che funge da centrocampista centrale in quella parte del meccanismo che va verso l’attacco e avere un grande spazio sulla destra o sulla sinistra per portare la palla verso l’attacco e mettere i Reds nelle condizioni di avere altissime probabilità di segnare.

Viene effettuata una rotazione di queste possibilità non solo per portare gli attaccanti nella posizione di segnare, ma anche il terzino destro o terzino sinistro che entra in area di rigore.

Il Liverpool è una squadra molto determinata, soprattutto senza palla, quando i tre attaccanti vanno ad aggredire i difensori centrali per impedire loro di passare la sfera di gioco a quelli laterali. In questo modo, i difensori centrali potrebbero essere costretti a indirizzare il pallone verso i centrocampisti che, però, sono pressati da quelli centrali del Liverpool. Immaginate cosa possa fare l’attacco del Liverpool e la difesa che, in questo caso, avanzano, qualora i centrali avversari compiano l’errore di ripassare la palla indietro, quando, invece, come spiegherò successivamente, uscendo dalle logiche di questa “gabbia”, devono indirizzare il pallone verso l’attacco e arrivare in porta con pochi passaggi, proprio come faceva l’Inter di Jose Mourinho.

Quella di Klopp è una “gabbia”: tentare di ragionare in base agli schemi dell’avversario ti rende a lui subordinato e controllato. Una subordinazione e un controllo simile a chi rinuncia di combattere per la propria libertà, preferendo rimanere all’interno del meccanismo.

Certamente, il modo di giocare del Liverpool è frutto della capacità indiscusse di Klopp che porta la squadra a giocare con il cuore, come tutte le altre precedenti, allenate dal tedesco, dal Mainz 05 al Borussia Dortmund, al punto che i tifosi ben si ricordano del mister.

Klopp vuole un calcio emozionante, veloce, forte, divertente, perseguendo la cultura dell’imprevedibilità, triplicando così la fatica per l’avversario.

Con Klopp non si tratta solamente di giocare una partita, ma soprattutto di non vedere l’ora di scendere in campo per la prossima: i giocatori sono gli interpreti di questo calcio, cosi come il pubblico.

Certamente, resilienza e determinazione aiutano, ma ci deve essere anche la consapevolezza che il Liverpool sia battibile. Lo ha fatto il Tottenham, grazie ad un pressing selvaggio, nel 2-1 del 30 settembre 2023.

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